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I punti di vista da cui si può osservare la realtà e costruire la propria immagine del mondo sono moltissimi. Ogni punto di vista, poi, comprende in genere dentro se stesso altri infiniti punti di vista. La verità qual è? Qual è il fattore discriminante che ci permette di capire quale punto di vista è meglio di un altro? Beh ci sono moltissimi casi diversi. In genere nella vita di tutti i giorni la nostra mente è piena di pre-concetti, di concetti che abbiamo assorbito senza farci caso da famiglia, cultura, amici, media. Questi pre-concetti ci fanno propendere per un punto di vista. E a volte siamo disposti ad uccidere pur di difendere un punto di vista fondato sul nulla, cioè su idee che abbiamo assorbito inconsciamente senza neanche controllare con la ragione se fossero corrette, corrispondenti a verità, o meno.

Altre volte invece scegliamo un punto di vista invece di un altro spinti dal sentimento o dall’istinto. Spinti dalla rabbia, per esempio, possiamo scegliere di fare nostro un punto di vista probabilmente negativo da cui osservare un oggetto.

La maggior parte costruisce il suo mondo di verità in questo modo, senza rifletterci su tanto. Riflettere in un certo senso significa farsi specchio. Significa diventare un oceano piatto, immobile, calmissimo. Da cui osservare il proprio mondo interiore, i propri pensieri, e osservarne la natura. Lasciare cadere quelli superflui. Quelli falsi. Quelli ingannatori, veli della verità. Il massimo che la mente può fare, come ci insegna Kant, è questo: riflettere la verità. Ma non può mai diventare la verità, essere la verità, e quindi neanche capire la verità nel suo complesso. 
Tuttavia l’operazione di pulizia mentale e chiarezza mentale è a mio avviso fondamentale ed utilissima per un essere umano, per svariati motivi : prima cosa ci permette di liberarci da tutti i pre-giudizi e le limitazioni di pensiero che ci ingabbiano, perchè il mondo che pensiamo è il mondo in cui poi illusoriamente ci troviamo a vivere. Quindi non credere a falsità, non limitare la propria visione delle cose a un solo punto di vista, è l’inizio dell’apertura mentale. La migliore fonte di conoscenza è l’esperienza,a mio avviso. Anche se per sua natura limitata. Anche la stessa conoscenza scientifica è fondata sull’esperienza soggettiva degli scienziati che elaborano teorie sull’universo partendo da ciò che i nostri sensi possono osservare. Per loro l’unico criterio di verità è la verificabilità su base sensoriale delle teorie astratte che la mente elabora sulla realtà.
E’ un metodo vincente ed utilissimo, ma relativo. Il fatto che sia quello più sicuro perchè fondato su ciò che più di solido abbiamo, il mondo materiale, non esclude il fatto che esistano altri mondi, altre fonti di conoscenza, altri modi di conoscenza, che però sono molto più vaghi e difficili da indagare. Ridurre il tutto alla materia è uno stratagemma dettato dalla paura, paura dell’ignoto, di ciò che non è controllabile con la ragione, che sfugge ai nostri sensi fisici. Ed è naturalmente un atto di fede. 
Attualmente la scienza non può provare e ovviamente non potrà mai provare che la materia è tutto ciò che esiste. Anzi, più la scienza stessa progredisce, più il ruolo della materia ci appare subordinato ad altri esistenti differenti e molto più sottili, per quanto impercettibili.

Per tornare al discorso sui punti di vista, la mente nel suo massimo splendore cosa può fare? Osservarli tutti, rifletterli tutti, e trovare la verità che ognuno di essi nasconde, e scoprire che in ognuno di essi c’è una briciola di verità, e che solo guardandoli tutti insieme, si potrà vedere il riflesso completo della verità, che non è MAI inscrivibile all’interno di un solo punto di vista, che non è MAI riducibile interamente ad una teoria e ad una descrizione, ma che semplicemente è, e di cui la mente, al suo massimo splendore, ci può mostrare la maschera dorata.